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Combustibili alternativi

Da prodotti altrimenti destinati alla discarica, alla loro rivalorizzazione come combustibili.

 

Colcellalto è una frazione di Badia Tedalda (AR) un paese toscano arroccato lungo la dorsale appenninica nel versante adriatico, ad una altitudine di 800 metri sul livello del mare.

Qui c’è una eccezionale falegnameria, capace di vere e proprie opere artigianali degne di estro artistico, che arredano diverse ristrutturazioni di edifici toscani e del Montefeltro, lì confinante. Data la mole di lavoro con prodotti a base di legno vergine e non con pannelli artificiali quali truciolari e fibrosi, produce una elevata quantità di cascami, che nel passato era destinata ad essere smaltita in discarica.

E’ stata la genialità dei falegnami e lo stimolo dei figli più giovani coscienti della problematica ecologica di oggi, che hanno spinto l’opificio a dotarsi di una macchina brichettatrice. la brichettatrice

Un silos raccoglie i trucioli e la segatura prodotti dalle diverse macchine utensili; da qui attraverso una conduttura raggiungono un cilindro oleodinamico nel quale un pistone comprime ad una pressione di circa 400 atmosfere i residui legnosi in modo da addensarli, fino a formare un cilindro di materiale legnoso pressato, che via via viene estruso in continuo; un dispositivo finale taglia questi “tronchetti” alla misura desiderata, ottenendo così i bricchetti Il bricchetto appena estruso

Dallo pagare lo stoccaggio in discarica si passa, al suo utilizzo diretto nell’abitazione, alla vendita del prodotto ad altri.

Un interessante dimostrazione pratica di recupero di rifiuti vegetali, ai fini energetici.

In campo energetico si definisce con il termine biomassa, la sostanza organica, di origine vegetale o animale, da cui è possibile ottenere energia attraverso processi di tipo termochimico (combustione o gassificazione) o biochimico (distillazione e  reazioni di depurazione).

Questo materiale organico ha origine essenzialmente:

Ø     dai prodotti principali o dai residui agricoli e forestali;

Ø     dai sottoprodotti e dagli scarti delle lavorazioni agricoli e alimentari;

Ø      dagli scarti dovuto all’uso di prodotti legnosi (bancali, contenitori di legno diversi…);

Ø     dalle deiezioni animali;

Le biomasse più adatte all'applicazione termoenergetica, sono quelle a basso contenuto di umidità: legno, i prodotti strutturalmente simili al legno, (paglia di cereali, residui di potatura della vite, dei frutteti, di alberi, ecc.), alcuni scarti di lavorazione delle industrie alimentari (lolla, gusci, noccioli, sansa, vinaccioli, ecc.).

Ø      Legno: si tratta soprattutto di legna di scarto della lavorazione del legno (trucioli industriali, segatura, corteccia), materiale di scarto dal taglio ceduo (quello destinato alle cosiddette “fascine”),  pulizia dei boschi e di potature, legna da ardere, legna di piante coltivate per la produzione energetica, a rapida crescita..

Ø      Paglia, scarti agricoli: almeno un terzo della paglia prodotta può essere destinata alla produzione energetica; steli e torsoli di mais; lolla dalla sbramatura del riso; gusci di semi legnosi; semi di vinaccioli residui del trattamento dell’uva;

 

Produzione termica di combustibili alternativi (valori indicativi)

Materiale

Resa termica netta

Lolla di riso

3,8 kwh/kg

Paglia

4 kwh/kg

Legna di faggio/quercia al 15% umidità

4,1 kwh/kg

Legna di pioppo al 15 % umidità

3,8 kwh/kg

Pellets di legno

4,9 kwh/kg

Bricchette di truciolo e segatura di legno

4,7 kwh/kg

Bricchette di gusci di nocciole, noci…

5 kwh/kg

Bricchette di sansa di olive esausta, di vinaccioli

4,8 kwh/kg

L’utilizzo di questi materiali vegetali presenta chiari vantaggi. Sono disponibili ovunque e sono una risorsa locale rinnovabile. La loro utilizzazione a scopo energetico non aumenta l’effetto serra, poiché i quantitativi di anidride carbonica rilasciata durante la degradazione, sia naturale, sia dovuta alla loro trasformazione in energia termica, sono identici a quelli assorbiti durante la crescita delle stesse piante.

L’ammontare complessivo della biomassa di residua in Italia, è di 66 milioni di tonnellate, pari a 27 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio; oggi se ne utilizza solo il 14% di tale quantitativo (dati Università di Brescia).

La trasformazione degli scarti legnosi in bricchetti è una soluzione conveniente perché consente di addensare il materiale, con la conseguente concentrazione di energia, omogeneità del prodotto, riduzione dei volumi sia per il trasporto che per il deposito. Chiaramente la biomassa di base dovrà avere un tasso di umidità ridotto e dovrà essere depositato in magazzini asciutti e aerati; diversamente si provocherebbe un allungamento e sfaldamento dei bricchetti e la rottura dei contenitori. Briccheti di sansa e di segatura

La lunghezza delle pezzature è intorno ai 40 centimetri, mentre il loro diametro può oscillare tra i 5 e 9 centimetri.

L’utilizzo più appropriato è nelle stufe e caldaie per il riscaldamento domestico, dove garantiscono un buon mantenimento del calore nel focolare, una bassa produzione di ceneri che evita l’intasamento dei condotti di scarico, nonché il deposito di creosoto caratteristico della combustione della legna di bosco, riduzione dell’aggressione corrosiva delle pareti della caldaia. Qualche inconveniente, a causa solo degli odori, lo da la sansa sia in forma sfusa che in mattonelle.

Nella nostra provincia, di Pesaro Urbino, è da qualche anno che si sta assistendo ad una vera e propria pressione per realizzare centrali a biomassa di media produzione che utilizzano però anche legno trattato, con la conseguente diffusione nell’area circostante di modeste quantità di diossina, dovuta alla combustione combinata di materiale cellulosico e resine plastiche; tale inquinante è previsto dagli stessi decreti che regolano la diffusione di queste tecnologie e, a mio avviso, non rappresenta un uso corretto, né ecologico della biomassa.

Combustibili alternativiSarebbe invece auspicabile la diffusione di combustibili di cui qui ho parlato, anche a livello domestico e per piccoli impianti industriali, dal momento che seppure provenienti dal recupero, il materiale base risulta comunque non aver subito trattamenti di tipo chimico o con l’aggiunta di resine, collanti, vernici.

   

Bibliografia:

Guida  “Energia dal legno” ed. ADICONSUM Roma marzo 2002

Dossier “Caldaie a Biomasse” ed. ADICONSUM Roma

AA.VV. “Energia dalle biomasse” ed. ISES ITALIA Roma 1998

Uffici risparmio energetico “Riscaldare con il legno” ed. provincia autonoma di Bolzano

John Vivian “Fuoco di legna” ed. Longanesi Milano 1978

Cd “Risparmiare Energia Come Perché” ed. Amm,ne Prov.le di Como 2001

 

Siti consigliati:

www.biocalor.it azienda di Gorizia produttrice di bricchetti

www.fuocodilegna.it

www.cti2000.it sito del Comitato Termotecnico Italiano

www.climarte.com

www.casafelice.com distributore per l’Italia nord est di combustibili legnosi alternativi

 

Normative

Decreto Presidente Consiglio Ministri 8.3.2002 Caratteristiche merceologiche combustibili.

D. M. Ambiente 10.08.1994 Norme tecniche per l’utilizzo di residui energetici

D.M Ambiente 05.02.1998 Allegato 2 Suballegato 1 Norme tecniche per l’utilizzo di rifiuti energetici

 

Sant’Angelo in Vado 4.10.2003

Peppe Dini

 

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